La storia del vino é storia di uomini.
Lo sanno bene, Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore (“d’A-Ra-Prì”), quei tre bravi ragazzi di San Severo che da giovanotti già amavano prendersi cura di alcune centinaia di ottime bottiglie di bollicine ogni anno, oltre a suonare il jazz nelle cantine della loro città.
Tre amici, che sin da giovanissimi hanno saputo mettere in campo armi che nessuno possiede più (evidentemente, anche i tempi sono decisamente cambiati…), aggiungendo al coraggio e alla sfrontatezza della loro gioventù, tanta perseveranza e tanta capacità di tenere duro, raggiungendo così sempre e comunque il risultato voluto. Senza compromessi, con slancio e con la dote magica che li rende superiori a tutti gli altri. Qui, parliamo indiscutibilmente di quella loro straordinaria sensibilità enoica riconosciuta ormai da tutti.
A suo tempo, caricandosi sulle proprie spalle un territorio che sino a quel momento aveva da sempre rappresentato il principale serbatoio dei vini da taglio del nord d’Italia, hanno poi cercato un proprio percorso, fatto di finezza, personalità, e cosa non da poco, ci hanno anche messo la faccia e tanto territorio, puntanto tutto sul “Bombino“, la varietà di uva famosa da queste parti per le sue note fresche ed acide.
Per fortuna, non sapremo mai quanto sarebbe oscuro il mondo del vino in questa parte di Puglia senza di loro, in questa terra di contrasti così tanto accogliente e generosa, quanto ostile ai cambiamenti ed alle novità. Sappiamo bene, invece, quanto importante sia stato il loro esempio per tutti, tanto da farne un modello da imitare. E’ quì, a San Severo, il “Distretto dello Spumante Metodo Classico”, composto oggi da sette diverse Cantine, ne é la prova.
Un autentico miracolo, il loro, che nel corso degli anni ha salvaguardato la storia, l’architettura e la vocazione di un territorio che ha fatto dello spumante di qualità una delle sue principali risorse culturali.