TRANI: LA CATTEDRALE / MERAVIGLIA DEL ROMANICO PUGLIESE

Nel porticciolo di Trani, mare e cielo si divertono a confondere i turisti, cancellando a tratti la linea d’orizzonte.

Questa città è senza dubbio una delle più belle città d’Italia. Qui, storia e leggenda si scambiamo i ruoli e confondono i loro confini, proprio come quel cielo e quel mare che in questa città, in ogni istante, mostrano il meglio della loro bellezza proprio davanti ai nostri occhi.

All’estremità del porto, ai margini di una piazza vuota di edifici, lì dove forse ci si aspetterebbe di trovare un faro, troneggia la Cattedrale, con le sue linee severe ed eleganti. Cielo e mare, nel teatro a cielo aperto di Piazza Duomo, sono la scenografia essenziale di quella chiesa che incanta chiunque si fermi al suo cospetto. Nonostante la sua struttura massiccia, la chiesa romanica restituisce, nell’insieme, la sensazione di una singolare leggerezza percettiva. Sarà per quella sua colorazione bianco-rosea, che deriva dall’uso del tufo calcareo delle cave di Trani.


La Cattedrale di Trani

È per quei colori, per quella sua pietra unica, che Trani è nota nel mondo. Il Duomo, con la sua mole, sembra voler indicare la rotta ai passanti, in un intrico di storie e leggende, che portano alla Cattedrale, come al porto della cristianità. L’alto campanile sembra sfidare il cielo e le tre absidi adiacenti sono come le canne di un immenso organo di chiesa, che sorge direttamente sul mare. Da quell’organo si liberano nel porto, in un’unica melodia indistinguibile, le note della storia e della leggenda.



La storia più nota, a Trani, è quella di San Nicola, che approdò in città sul finire dei suoi giorni. “Kyrie eleison!”, gridava ogni giorno Nicola, invocando la divina misericordia. La madre le aveva provate tutte con quel ragazzo che sembrava un invasato. Finché un giorno, disperata, lo aveva affidato ai monaci di San Luca Stiri che l’avevano rinchiuso in una cella, credendolo in preda a delirio. Nicola però riuscì a fuggire da quella prigione e affrontò il mare, traendosi in salvo e compiendo forse, così, il suo primo miracolo. Da quel momento San Nicola aveva iniziato a girare il mondo facendosi conoscere ed amare, con i suoi miracoli, in ogni città. Mentre era in rotta per la Grecia è approdato al porto di Trani, sul finire dei suoi giorni, dove è stato subito riconosciuto e acclamato dalla cittadinanza come un santo. Nicola morì pochi giorni dopo il suo arrivo a Trani e il vescovo di Bisanzio volle far erigere una chiesa in suo onore.

Fu così che, secondo la tradizione, nel 1099 cominciarono, ad opera di Barisano da Trani, i lavori della regina delle chiese di Trani, pari per imponenza forse solo al Castello, che a pochi metri la guarda e sembra voglia rubarle la scena. Costruito da Federico II di Svevia, direttamente sul mare, sul lato nord del porticciolo, il castello sembra un veliero, con i suoi due torrioni imperiosi, che delimitano una serie di arcate che, alla sera, si riflettono sul mare, in un magico gioco di forme e di luci. Quella struttura suggestiva e imponente, per i tranesi, è la “sentinella del porto”. Tra le sue mura, odio e amore, storia e leggenda giocano a cedersi il passo. Come ovunque accade qui a Trani. 







English text
The cathedral of Trani dominates the city and the sea with its regal style. It is a splendid example of Romanesque architecture, although inside it is capable of giving not one, but three different emotions to its visitor.
Due to this characteristic and its splendid view of the sea, the Cathedral of Trani has been defined as the “queen” of the cathedrals of Puglia. It was built using a local stone, the marble of Trani, a tuff of calcareous origin with a pale pink tending to white.












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